Dopo tre mesi dal terremoto dell’11 gennaio del 1693 che distrusse insieme a molti altri centri della Val di Noto anche Occhiolà (la sicula Echetla o Eketla), il principe Carlo Maria Carafa Branciforti fondava su un suo feudo a circa 2 km dalla collina di Occhiolà l’insediamento di Granmichele o Grammichele.
Opera dello stesso principe, coadiuvato da fra’ Michele da Ferla, è la pianta esagonale della nuova città, scelta urbanistica che fu adottata anche ad Avola.
Il perimetro è costituito da un esagono avente al centro una piazza anch’essa esagonale con gli angoli chiusi estesa 8.164,80 m². Cinque arterie anulari si snodano attorno alla piazza centrale, sede della Chiesa Madre e del Palazzo Municipale, e da questa si irradiano altre sei arterie perpendicolari alle prime che si immettono in altrettante piazze rettangolari ad angoli chiusi con accesso al centro dei lati.
Queste piazze sono a loro volta generatrici di altrettanti quartieri rettangolari periferici a rete viaria ortogonale disposti tutt’intorno alla zona centrale esagonale.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture civili
Palazzo Comunale, sede del Municipio.
L’erezione del nuovo palazzo fu deliberata, sindaco Cav. Rosario Vaccaro, nel 1888; del progetto e della direzione delle opere fu incaricato l’architetto milanese Carlo Sada (1849-1924) il cui progetto, però, subì numerose modifiche nel tempo e con le varie amministrazioni che si succedettero. Durante la costruzione del fabbricato si aggiunsero alcune complicazioni di natura geologica che resero necessarie modifiche ulteriori negli scavi di fondazione che, non potendo appoggiare su un supposto banco di tufo che non fu trovato, dovettero spingersi più a fondo di quanto prospettato. Altre difficoltà nacquero nell’utilizzo dei materiali di costruzione che dovettero esserer analizzati dal Regio Istituto Tecnico Superiore (oggi Politecnico) di Milano. Risolti i vari problemi la costruzione si rivelò tuttavia resistente, tanto che i terremoti dell’agosto 1898 non scalfirono minimamente l’edificio. La parte esterna del palazzo è ricoperta in pietra da taglio; la zoccolatura in lavica di Militello; il resto della costruzione fu realizzato in calcare tenero proveniente dalle cave di Palazzolo Acreide. Il palazzo fu concepito con una architettura tipica degli edifici pubblici dell’epoca, con l’aggiunta di un portico frontale che riachiama le logge in uso in quelle zone. Al termine dei lavori l’amministrazione comunale volle apporre due targhe in marmo a ricordo delle due date principali che si riferiscono alla storia dell’abitato di Grammichele: a destra del portico si legge: «nel 1693 / i rimasti della terra / d’occhiolà / questo altipiano / vennero ad abitare»; a sinistra «nel 1898 / a nuova sede del comune / questo palazzo ergevasi / architetto carlo sada – da Milano»[3]
Architetture religiose
Duomo di San Michele Arcangelo e Santa Caterina d’Alessandria.
Chiesa dello Spirito Santo.
Chiesa di San Rocco.
Chiesa di San Leonardo.
Chiesa di Sant’Anna.
Chiesa dell’Immacolata Concezione.
Chiesa di Maria Santissima Addolorata.
Chiesa di Santa Maria di Lourdes.
Chiesa di Gesù Adolescente.
Chiesa di San Raffaele Arcangelo.
Chiesa di Santa Maria Maggiore.
Chiesa di San Giuseppe.